Direzione artistica di Gemma Bertagnolli e Giovanni Bietti
Il progetto 2024 propone ancora una volta uno sguardo interdisciplinare, a partire dalla suggestione che lo stesso titolo ci offre: travalicare i confini strettamente musicali per esplorare le possibili declinazioni offerte da termini quale “gioco/ giocare” anche nelle discipline linguistiche, artistiche, matematiche. Lungo il percorso costruito secondo le diverse “regole del gioco “ ci accosteremo a pubblici diversi. Alla 1° infanzia è dedicata una specifica sezione che coniuga semplici elementi di educazione musicale con la costruzione di un vero e proprio gioco, la Caccia al suono. Docenti e studenti degli Istituti superiori potranno seguire le iniziative e gli incontri dedicati ai “Giochi linguistici e d’arte”. Agli appassionati di Musica da Camera il programma offre da febbraio a maggio, una ricca serie di appuntamenti, a partire dalla serata che apre la stagione il 10 febbraio: 1° assoluta della composizione di Giovanni Bietti Giochi, quattro pezzi per quartetto d’archi affidata nella stessa serata a quattro quartetti d’archi: Eos, Guadagnini, Indaco, Noûs.
INTRODUZIONE DI GIOVANNI BIETTI
In musica il termine “gioco” ha un’importanza centrale, e viene usato in modi molto diversi. Nella maggior parte delle lingue occidentali “suonare” e “giocare” sono sinonimi: per significare l’atto di suonare uno strumento gli anglosassoni dicono to play, i francesi jouer, i tedeschi zu spielen. Sembra insomma che l’attività musicale abbia un intrinseco aspetto ludico (il “gioco della musica”, il puro piacere di fare musica insieme), che in molti casi si mostra già a livello linguistico.
Nulla di strano, quindi, che i musicisti abbiano spesso sviluppato un repertorio di musiche “giocose”, e a volte perfino dichiaratamente umoristiche, che va dai “Madrigali rappresentativi” tardo-cinquecenteschi (che spesso si ispirano perfino alla Commedia dell’arte) alle opere buffe del XVIII e XIX secolo, e che attraversa anche la musica puramente strumentale: basta pensare ai numerosi Allegri giocosi, agli Scherzi e Scherzando del repertorio Classico, o alla proliferazione ottocentesca di composizioni intitolate Burlesca o Umoresca. Abbiamo quindi chiesto ai musicisti e agli ensemble presenti al Festival di immaginare dei programmi che comprendessero brani appartenenti a questo filone: gli ascoltatori potranno quindi godersi il clima scherzoso e giocoso di capolavori come il Quartetto op. 33 n. 2 di Haydn (forse il più grande umorista nella storia della musica, al quale il Festival dedica ampio spazio), i Pechés de Vieillesse di Rossini e il “Trio dei Birilli” di Mozart accanto a proposte più imprevedibili come la musica degli Abba o i “Brindisi conviviali” scritti dai grandi compositori viennesi. In altri casi il “gioco” è basato sul contrasto (Quartetto “Serioso” op. 95 di Beethoven), o sul dialogo virtuale tra autori in apparenza lontanissimi tra loro (Verdi e Weinberg, per esempio).
Un ambito musicale specifico nel quale i compositori hanno esplorato l’idea del gioco è naturalmente quello della didattica e delle musiche per l’infanzia: basta pensare alle Kinderszenen di Schumann, a Jeux d’Enfants di Bizet, a Children’s Corner di Debussy, per non parlare delle innumerevoli Filastrocche e Nonsense composti da musicisti del secolo scorso come Stravinskij, Ligeti o Petrassi. Un’intera sezione del Festival è riservata proprio al valore didattico della musica, intesa allo stesso tempo come gioco e come scoperta di sé e del mondo attraverso i suoni: sono quindi previste iniziative per le scuole, “cacce al suono” interattive e concerti monografici, che propongono celebri composizioni per l’infanzia come L’Histoire de Babar di Francis Poulenc.
Un caso particolare, molto diverso ma altrettanto affascinante, è quello dei giochi linguistici o matematici espressi attraverso la musica: nel corso dei secoli i musicisti hanno basato le proprie composizioni su quadrati magici, simbologie numerologiche, proporzioni, sezioni auree, perfino frattali e figure geometriche complesse. Alla stessa categoria appartengono alcuni artifici sonori usati con enorme frequenza nel corso dei secoli, dai grandi Fiamminghi del Quattrocento come da Bach, Beethoven o Brahms: gli echi (la stessa frase suonata ”forte” e piano”, per esempio), le inversioni (le note di una melodia vengono invertite nello spazio in una sorta di fantastico gioco di specchi: una frase ascendente diventa discendente, e così via), i palindromi (suonare o cantare una successione al contrario, cominciando dall’ultima nota e finendo con la prima). “Giochi” musicali di questo tipo si ritrovano in molti brani eseguiti durante il Festival, e costituiscono quindi una sorta di filo rosso nascosto che attraversa e unisce tra loro i diversi appuntamenti.
Giochi, di Giovanni Bietti, è un progetto compositivo che in un certo senso si riallaccia a quest’ultimo filone, fondendolo con l’idea ludica del suonare e del condividere la musica con il pubblico. Quattro brani per quartetto d’archi, ognuno dei quali esplora musicalmente uno specifico “gioco” (Gioco di specchi, Gioco di colori e così via) che coinvolge gli esecutori e gli ascoltatori: ai primi si chiede, prima dell’esecuzione, di spiegare ai secondi quali siano le “regole del gioco”, i principi costruttivi sui quali è basato ogni singolo brano. Il progetto prevede un’esecuzione “corale”: quattro quartetti d’archi in un singolo concerto, ognuno dei quali esegue uno dei “Giochi”. E al termine del concerto i quattro gruppi si riuniscono e suonano insieme.
Le prenotazioni saranno accolte entro le ore 13 di ciascuna giornata in programma.
Come di consueto la maggior parte delle iniziative si svolge in luoghi adeguati, per dimensioni ed acustica, alla esecuzione della musica da camera e al tempo stesso attrattivi, per il pregio storico-architettonico-paesaggistico. Per un pubblico curioso di scoprire le “meraviglie” che il territorio offre a due passi da casa, sull’esempio di una nota trasmissione radiofonica che su Rai Radio 3 racconta le bellezze italiane, proponiamo, a fianco ed in anteprima degli eventi dal vivo, il progetto Racconti di un viandante tra musica, arte e paesaggio: una serie di audio-guide dedicate ai diversi luoghi in cui si svolge la rassegna che si potranno trovare su https://www.radioemiliaromagna.it. Con il sottofondo dei rumori e delle voci riprese dal vivo durante la passeggiata, ascolterete quanto potrebbe ammirare un viandante virtuale che percorra, ad esempio, le vie di Guastalla, descrivendo i palazzi del centro storico che man mano incontra fino al luogo prescelto per il concerto, o, seguendo un altro itinerario, lungo le strade e i personaggi di Correggio, o ancora all’Ospitale di Rubiera, o nella centralissima Via Emilia del capoluogo reggiano, verso i Castelli di Arceto, di Montecchio Emilia, di Formigine, o immersi nel paesaggio naturale della Riserva di Sassoguidano a Pavullo e nelle memorie conservate all’archivio storico di Modena, senza tralasciare il Teatro Pavarotti-Freni, vero e proprio tempio del “Bel Canto”. Gli esempi, seguendo le indicazioni del programma di Note oltre i confini 2023, sono numerosi e rappresentano una forma di valorizzazione del territorio, che può incuriosire ed invogliare il pubblico a ripercorrere gli itinerari proposti e al tempo stesso invitarlo a seguire gli eventi musicali.